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Alfetta 2018: Perché desideriamo una nuova ammiraglia Alfa Romeo

Le grandi berline di Arese: una lunga tradizione

 

166, 164, Alfa 6, Alfetta, 1750/2000 Berlina, 2600, 2000, 1900. Andando dall’ultimo decennio a ritroso fino all’inizio degli anni ’50, sono state queste le varie “ammiraglie” Alfa Romeo, ovvero le creature del Biscione che potevano essere definite appartenenti ad una categoria superiore – in altre parole, l’odierno segmento E. Nella quasi totalità dei casi, questi modelli hanno dimostrato di saper essere all'altezza del compito che l’azienda di Arese aveva loro assegnato, riuscendo a combinare la sportività dei motori e le doti stradali con la cura dell’assemblaggio e con il prestigio dell’immagine. L’ultima grande berlina del Biscione è stata, com’è noto, la 166: dopo averla tolta dal mercato nel 2007, Alfa Romeo ha smesso di costruire auto di segmento E. Ha prevalso, infatti, la logica dell’allora gruppo FIAT (oggi FCA), che ha ritenuto opportuno non proseguirne la presenza in un segmento ormai dominato dai tedeschi.

 

 

A quando un ritorno nel segmento E?

Dieci anni dopo, potrebbe – finalmente – verificarsi un’inversione di rotta. Se infatti, da un lato, il declino nei numeri di vendita globali delle berline di tutti i marchi (a favore del segmento dei SUV, in continua e inarrestabile crescita) renderebbe poco sostenibili i costi di sviluppo di una nuova ammiraglia targata Alfa Romeo, dall’altro lato sono state diverse le voci susseguitesi nell’ultimo periodo (ultima, l’intervista rilasciata agli inizi di novembre dal CEO dell’azienda di Arese Reid Bigland alla rivista inglese Autocar) secondo le quali i piani di sviluppo della vettura in questione sarebbero già ad uno stadio avanzato.
L’attuale gamma di Alfa Romeo vede in Giulia un buon punto d’appoggio altamente remunerativo, che presto verrà ulteriormente ampliato dall’arrivo sul mercato dello Stelvio. Com’è noto, il primo SUV Alfa Romeo sarà potenzialmente in grado di spingere molto in alto i margini di profitto, creando una solida base per gli investimenti futuri necessari allo sviluppo dei modelli già in cantiere ed inseriti nel piano quinquennale. Con maggiore probabilità, la prossima Alfa Romeo a vedere la luce sarà la versione Sportwagon di Giulia (che potrebbe essere svelata a sorpresa già a marzo, in occasione del Salone di Ginevra 2017), sicuramente di più facile e veloce realizzazione rispetto a qualsiasi altro modello che dovrebbe prima passare sotto numerose fasi nella progettazione e nella produzione, pur sfruttando comunque la stessa piattaforma (universale per la futura gamma del Biscione).

 

 

Alfetta, abbiamo bisogno di te

 

Effettivamente, i costi di rielaborazione della piattaforma “Giorgio” a favore di una berlina di segmento E sarebbero considerevoli, ma il gioco potrebbe valere la candela. Senza considerare le preghiere degli amanti del marchio e l’adorazione degli Alfisti verso le ammiraglie del Biscione, anche guardando soltanto ai “freddi” numeri dell’industria automotive è possibile notare che la crescita del mercato asiatico rappresenterebbe un fattore importante (in estremo Oriente, infatti, le berline di grandi dimensioni sono altamente apprezzate e acquistate). La Cina diverrebbe così una piazza significativa (come lo sono stati gli Stati Uniti per il lancio dello Stelvio) per la nuova Alfa Romeo Alfetta. Già, perché tra tutti i nomi possibili ci sembra proprio questo il più probabile e anche il più affascinante. Inoltre, in tal modo il tanto ricercato family feeling si concretizzerebbe anche nella nomenclatura delle auto, condividendone la storicità con Giulia e Giulietta (lo Stelvio invece è stato dotato di un nome “inedito” proprio perché rappresenta l’ingresso di Alfa Romeo in un segmento mai occupato).
Che aspetto avrà questa nuova ammiraglia? Tanto per cominciare, somiglierà sicuramente a Giulia, che ricordiamo essere il punto di riferimento del “nuovo corso” intrapreso da Alfa Romeo e che non a caso ha già dettato le sembianze del nuovo Stelvio. Tuttavia, saranno senz’altro numerosi anche i richiami alle storiche grandi berline del Biscione, su tutte le più recenti 164 e 166. Proviamo quindi ad immaginarla attraverso i fantastici render di A.Masera e LP Design, augurandoci che la nuova Alfa Romeo Alfetta possa vedere presto la luce, magari entro un paio d’anni, e che possa essere affascinante come tutti la desideriamo.

Alfa Insight Corner

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