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Costruita dal 1969 al 1975 e prodotta in 1.510 esemplari (1108 “1300” e 402 “1600”), si tratta di una coupé progettata da Zagato, come del resto suggerisce il nome. Infatti, successivamente alla chiusura della Carrozzeria Touring (avvenuta il 31 dicembre 1966) che aveva lungamente coadiuvato l’Alfa Romeo nella realizzazione di speciali versioni dei suoi modelli, Giuseppe Luraghi decise di avviare un rapporto di collaborazione con la Carrozzeria Zagato per la realizzazione di autovetture sportive in piccola serie, allo scopo di ampliare l’offerta di gamma aziendale su meccanica “Giulia” e di dare seguito produttivo – almeno in apparenza – al prototipo “Scarabeo” presentato nel 1966, che aveva ottenuto un grande consenso tra gli appassionati della marca. L'auto in questione fu disegnata da Ercole Spada, allora a capo del design della carrozzeria milanese che ancora a lungo avrebbe contribuito alle fortune e alla gloria del marchio del Biscione.
La versione con cilindrata 1290 cc è stata prodotta tra il 1969 ed il 1972, mentre la 1570 cm³ dal 1972 al 1975. Il propulsore e la meccanica provenivano dall’Alfa Romeo GT Junior: motore a quattro cilindri in linea alimentato con due carburatori doppio corpo tipo Weber 40 DCOE 28, raffreddato a liquido e con un rapporto di compressione di 9:1; distribuzione con doppio albero a camme in testa e due valvole per cilindro; alesaggio di 74 mm e corsa di 75 mm. La trasmissione era a trazione posteriore con un cambio manuale a cinque rapporti. I freni erano a disco e le sospensioni anteriori a ruote indipendenti, mentre le posteriori a ponte rigido. I fanali anteriori erano ricoperti da una lastra di plexiglas, che ottimizzava l'aerodinamica.
Con tali caratteristiche, la Junior Zagato erogava una potenza di 89 CV a 6000 giri al minuto, in grado di portare la vettura ad un massimo di 175 km/h per la versione da 1290 cm³ e di 190 km/h per la versione da 1570 cm³. Rimane ancora oggi, a distanza di quasi 50 anni dalla sua uscita, un’icona di vera sportività e di tipico stile Alfa Romeo.
Fonte: Wikipedia