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Alfa Romeo 164
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LA GRANDE BERLINA – Una delle ammiraglie del Biscione più amata in assoluto, non soltanto tra gli appassionati del marchio ma in tutto il mondo automobilistico. Lo testimoniano i 10 anni di produzione (dal 1987 al 19979 e i 268.757 esemplari prodotti: Alfa Romeo 164 occupa un posto di primo piano nella dinastia ultracentenaria della famiglia di Arese. Oltretutto, non a caso, numerosi sono i primati che la grande berlina può vantare, e che qui citiamo in parte: ha rappresentato la prima auto di produzione mondiale ad essere disegnata in Autocad; al momento della commercializzazione era dotata del motore diesel più veloce al mondo e possedeva il coefficiente di penetrazione aerodinamica più efficace della sua categoria; il suo motore V6 turbo fu eletto miglior motore dell’anno; all’arrivo sul mercato in Australia fu pregiata del titolo “Best car of the Year”; la 164 Twin Spark di colore rosso fu l’ultima auto di Enzo Ferrari.

LA NASCITA – Presentata nel 1987 al Salone di Francoforte, l’Alfa Romeo 164 porta la firma di Pininfarina ed un pianale in comune con Fiat Croma, Lancia Thema e Saab 9000. Tuttavia a differenza di queste, che condividono molti lamierati e il giro-porte, la 164 beneficia di alcune modifiche alla scocca e alla sospensione anteriore: presenta pertanto una caratterizzazione stilistica molto marcata, grazie al cofano più basso e spiovente e al giro porte differente. La linea a cuneo le permette di raggiungere un coefficiente di penetrazione aerodinamica cx di 0,30. Le dimensioni sono importanti ma non eccessive per la categoria (risulta una delle meno lunghe ma una delle più larghe del segmento) con i 456 cm di lunghezza (467 in versione Super) e 176 di larghezza.

 

I CONTENUTI – Si tratta del primo modello di alta gamma della casa a trazione anteriore. I punti forti di questa ammiraglia oltre alla linea molto riuscita si sono rivelati essere le elevate prestazioni e l’ottima tenuta di strada, abbinate ad una eccellente abitabilità e comfort. Internamente presenta un abitacolo ampio e confortevole, caratterizzato da un design molto moderno quasi avanguardista, specie per quanto riguarda la consolle centrale, dotata di decine di pulsanti e vari display digitali, oltre alle miriadi di tasti disposti nell'abitacolo. Gli interni della sono disegnati e assemblati con cura e l’insonorizzazione dell'abitacolo risulta di prim’ordine. Anche il bagagliaio è molto ampio, con i suoi 540 litri di capienza. Tra gli optional, decisamente all’avanguardia in quegli anni, è possibile avere i sedili elettrici riscaldabili con memoria (sia anteriori che posteriori), climatizzatore completamente automatico, interni in pelle, specchietto fotocromatico, lavafari a scomparsa, sospensioni con taratura regolabile elettronicamente ed esteriormente delle appendici aerodinamiche dedicate come spoiler posteriore e minigonne.

 

I RESTYLING – Durante i dieci anni in cui la 164 resta in listino, essa viene sottoposta a due principali restyling: il primo è datato 1990 e riguarda alcuni particolari interni (rivestimenti, alcuni dettagli tra cui i pulsanti del tunnel centrale, ed una nuova gestione del climatizzatore). Dal punto di vista tecnico vengono migliorate le sospensioni e l’assetto subisce un ribasso di 3 cm. Verso la fine del 1992, tuttavia, va in scena il restyling più noto. Tale rivisitazione prevede due varianti, tra cui la versione denominata ”Super” che comprende maggiori modifiche estetiche. Esternamente si adottano nuovi paraurti e paracolpi laterali contornati da listelli cromati, nuovi proiettori anteriori, un nuovo disegno dello scudo anteriore, nuovi specchietti elettrici con la possibilità di ripiegamento dall’interno e nuovi cerchi ruota con misure fino a 16 pollici. Internamente, viene ridisegnata la grafica della strumentazione, modificata la consolle centrale compresa di pulsantiera, così come il mobiletto centrale e i relativi comandi. Anche i pannelli porta vengono rinnovati nello stile, presentando nuovi rivestimenti e nuovi accessori (in particolare per il mercato italiano è da sottolineare l’adozione degli airbag lato guida e passeggero, già presenti nelle versioni esportate oltre oceano).

 

I MOTORI – Tra le motorizzazioni a benzina, al debutto del 1987 sono disponibili il 2 litri Twin Spark bialbero da 148 CV e il 3.0 V6 12v da 192 CV (comunemente chiamato “Busso”, dal nome del progettista che l'ha ideato, vale a dire Giuseppe Busso). L’anno successivo alla presentazione vede l’ingresso del 2.0 quattro cilindri, sovralimentato da turbina T3 con dispositivo overboost e raffreddato da intercooler (di derivazione Lancia Thema Turbo). Nel 1990 il 3.0 12v viene portato a 200 CV e viene esclusivamente dedicato alla versione Quadrifoglio.

Nel 1991 si decide per un rilevante salto prestazionale e tecnologico, con l’entrata in produzione dell’innovativo 2.0 V6 Turbo, caratterizzato da testate e monoblocco in alluminio e completamente gestito elettronicamente, sovralimentato inizialmente da una turbina Mitsubishi/Piaggio TD05H dotata di dispositivo overboost e raffreddata da intercooler (lo stesso della Lancia Delta HF Evoluzione). La potenza è di 210 CV e grazie all'overboost – che consente un momentaneo innalzamento della pressione di sovralimentazione per far fronte a repentine richieste di potenza utile soprattutto alla richiesta di forti accelerazioni utili anche nei sorpassi – la coppia motrice viene aumentata per diversi secondi a 30.6 kgm e con essa anche la potenza rispetto al valore dichiarato. Tali numeri consentono una velocità massima di oltre 240 km/h, facendo della 164 V6 turbo una delle berline più veloci dell’epoca, anche se ancor più di rilievo è l’accelerazione (non tanto da ferma, in quanto soffre di turbo lag e di scarsa trazione alla partenza, ma quella rilevabile in particolare nei regimi compresi tra i 4000 e 6250 giri). Il mensile Quattroruote nel 1991 rilevò una velocità massima di 241,800 km/h; lo scatto 0/100 km/h in 7,4 secondi e il chilometro da fermo in 27,60 secondi. AUTO del 03-91 rilevò una ripresa in V marcia da 80–120 km/h in 9.04 secondi.

Nel 1992 Alfa Romeo mette in produzione il nuovo 3.0 V6 24v, inizialmente con potenza da 210 CV. Per motivi di marketing, il V6 turbo viene leggermente depotenziato sulla carta, in modo da non sovrapporsi in catalogo alle versioni 3 litri, pur preservando comunque degli spunti prestazionali superiori all’aspirato (nonostante il turbocompressore venga sostituito con un “più piccolo” Garrett T25, che riesce a consentire un maggior comfort di marcia al momento dell’attivazione della turbina ed un minore turbo lag). Nel 1993 arriva l’evoluzione del 3.0 24v portato a 230 CV, che permette all’ammiraglia di raggiungere una velocità massima di 245 km/h. Nello stesso anno giunge sul mercato anche la versione integrale, la 164 Q4, che adotta proprio quest’ultimo propulsore e viene commercializzata fino all’ottobre del 1998 (con un prezzo che allora era pari a 81.650.000 lire).

L’Alfa Romeo 164, infine, è disponibile anche con due motori diesel forniti dalla VM Motori, azienda italiana di Cento (FE). entrambi con una cilindrata di 2,5 litri e capaci di una potenza pari a 117 CV (84 KW) nella prima versione fino al 1992 (Euro1) e, successivamente, 125 CV (92 KW) nella versione post 1992. Tali motori (impiegati all’epoca anche su altre auto, come Range Rover Classic, Chrysler Voyager, Ford Scorpio, Jeep Cherokee), avevano la particolarità di avere la distribuzione a cascata di ingranaggi (invece che a cinghia o a catena, come gran parte dei motori realizzati in quel periodo), con il comando valvole ad aste e bilancieri, e le testate composte da 4 teste separabili (unico punto debole di queste motorizzazioni, perché le singole testate soffrivano di un problema di surriscaldamento dovuto allo scarso ricircolo delle condense del liquido di raffreddamento). Malgrado qualche problema con le testate, questi motori sono stati e sono tra i più robusti e affidabili. Il motore VM permetteva alla 164 di superare i 200 km/h, venendo così eletto il motore a gasolio più veloce del mondo.

Fonte: Wikipedia

Alfa Romeo 164

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